Qualche settimana fa ho partecipato al corso sull'ecumenismo promosso dalla diocesi.
Quest'anno il tema era l'ortodossia.
Uno dei docenti aveva suggerito il libro Dimmi la verità, di
Qualche settimana fa ho partecipato al corso sull'ecumenismo promosso dalla diocesi.
Quest'anno il tema era l'ortodossia.
Uno dei docenti aveva suggerito il libro Dimmi la verità, di Sviatoslav Shevchuk (primate della chiesa greco-cattolica ucraina) e Paolo Asolan.
Avendo già conosciuto e apprezzato Paolo Asolan come mio docente al corso di dottrina sociale della Chiesa della fondazione Centesimus Annus, ho recuperato il libro.
Ne è decisamente valsa la pena. Una lettura molto impegnativa, perché densissima, il libro affronta tantissimi temi tutti pregnanti. Ma gli spunti sono infiniti. Il mondo ortodosso, eppure in unione con Roma, la storia dell'Ucraina, la guerra (non quella che abbiamo in mente, il libro è del 2018, ma le pagine sembrano scritte ora); le "eresie dell'amore"; il senso della vita come preparazione alla vita futura; la tradizione e l'inculturazione.
Lo ho letto persino troppo velocemente, andrebbe digerito a piccole dosi.
Lettura molto consigliata.
Ieri sono stato al momento di spiritualità proposto dalla Diocesi per le persone impegnate nel sociale e nella politica.
Don Flavio Dalla Vecchia ha tenuto un intervento su Neemia ed Esdra (che scopro essere un unico rotolo per gli ebrei). E' stata una piacevole sorpresa: don Flavio ha spiegato che la situazione di Israele dopo la cattività babilonese ha forti parallelismi con quella del Novecento.
La potenza egemone dell'area dà agli ebrei il permesso al ritorno nella terra di Palestina, laddove però gli ebrei trovano altre popolazioni lì stanziate.
La decisione di Ciro e dell'impero persiano come la dichiarazione Balfour e l'impero britannico.
Gli ebrei sono entrati tre volte in Palestina.
La prima con Abramo, da pellegrini. Abramo non possedeva altra terra che quella della sua tomba, che aveva acquistato.
La seconda con Mosè e Giosuè, da conquistatori e sterminatori di popoli.
La terza con Neemia ed Esdra, dove il ritorno è attuato con trattative e senza spargimenti di sangue, anche se con la separazione netta tra Israele e gli altri popoli.
Ogni parallelismo con la modernità è voluto.
Avete presente
la vecchia massima attribuita a Voltaire "non sono d'accordo con quello
che dici, ma farò di tutto perché tu possa dirlo"?
Voltaire non era religioso, anzi.
Ma
mi sembra che questa massima sia passata, con il passare dei secoli, a
descrivere proprio l'atteggiamento della chiesa in tema religioso. O
meglio sulla libertà religiosa.
Oggi, 8 marzo, propongo la lettura di questo articolo di Avvenire. E' di un anno fa, ma resta sempre valido.
Parla di tre donne che lottano contro la guerra, ciascuna nel proprio Paese.
Olga Karach, bielorussa, femminista, pacifista, è rifugiata in Lituania in quanto "nemica" del regime di Lukashenko. La Lituania purtroppo le ha negato l'asilo politico, pur rinnovando per fortuna il visto per due anni.
Olga vive in esilio a Vilnius perché in patria l’attende una condanna a morte, ma si è vista rifiutare la domanda di asilo politico e protezione presentata un anno fa al governo della Lituania. La motivazione, incredibile, è che la Karatch rappresenterebbe “una minaccia per la sicurezza nazionale della Repubblica di Lituania”.
Kateryna Lanko appartiene al Movimento pacifista ucraino e difende il diritto all'obiezione di coscienza.
«Tanti ucraini vorrebbero aiutare il paese, ma non con la violenza. C’è da aiutare tanta gente, dagli anziani soli a chi ha perso la casa, però non ci sono alternative all’arruolamento». L’Ucraina prevedeva l’obiezione di coscienza solo per motivi religiosi di 10 confessioni. Non altre e non per motivi etici. [...] Poi la legge marziale ha sospeso anche quel limitato diritto a obiettare. «Abbiamo presentato ricorso contro la condanna del primo obiettore in guerra, Vitaly Alekseienko, cristiano evangelico del Donetsk. Ma almeno altri 200 giovani - spiega la pacifista ucraina - sono a rischio.»
Darya Berg è russa. Per motivi di sicurezza non vive in patria, ma continua ad aiutare obiettori e disertori.
«Il nome della nostra ong, Go by the forest [...] in russo è un insulto, “Vai a... quel paese”, rivolto al nostro governo, ma anche un invito ai nostri soldati a nascondersi, obiettare, disertare. Aiutiamo chi non vuole combattere. Ci scrivono su Telegram, diamo assistenza legale, aiuto per trovare asilo e espatriare. Sabotiamo la chiamata alle armi, perché meno persone possibile premano il grilletto per Putin».
Le tre donne hanno fatto un tour insieme in diverse città italiane, toccando anche Brescia.
Olga Karach è tornata da pochi giorni nel nostro Paese perché le è stato conferito qualche giorno fa a Montecitorio il premio Alexander Langer 2023. Nonostante ciò il rifiuto di concederle asilo politico mostra che la sua attività disturba anche nel campo europeo.
Articolo di Bresciaoggi di ieri.
Facciamo un po' di analisi del testo.
Il direttore Asst Cajazzo scrive:
[...] Nel documento erano previste a carico di Asst, relativamente alla superficie occupata e non all'intero immobile, la manutenzione ordinaria e la possibilità di realizzare, per i locali occupati, eventuali opere di manutenzione straordinaria, da concordare con l'ente locale.
Io leggo che secondo l'Asst è:
Il sindaco Trecani:
[La precedente giunta] si è presa in carico l'intero costo delle manutenzioni ordinarie e straordinarie per circa 35mila euro per vent'anni, senza prevedere alcun rimborso a favore del Comune da parte di Asst.
Qui leggo che secondo il sindaco Trecani il protocollo Sarnico era:
Sempre Trecani:
[il nuovo contratto dice che] Le spese necessarie all'uso della Casa di comunità e quelle per l'ordinaria manutenzione sono a carico di Asst, mentre quelle straordinarie sono di competenza comunale.
Qui io leggo:
Quindi mi pare che ci siano scritte tre condizioni diverse.
Ciò nonostante, in cima all'articolo c'è scritto:
Il contratto di comodato d'uso [...] sottoscritto ad agosto "ricalca il contenuto del protocollo d'intesa sottoscritto ad aprile 2022 dall'esecutivo guidato dal sindaco Giovanni Battista Sarnico".
E mi chiedo: come è possibile che il protocollo sia lo stesso, se nell'articolo ci sono tre versioni differenti?
Mi pare una domanda che avrebbe dovuto porsi anche il giornalista. O qualcuno non la racconta giusta, o c'è qualche imprecisione o incompletezza nell'articolo. Sospetto che sia così e che la questione sia legata ai dettagli sulle varie parti dell'immobile a cui si fa riferimento, ma dall'articolo non si capisce assolutamente.
E in ogni caso, prendendo per buona l'ultima citazione, cioè che i contratti di Sarnico e Trecani siano identici, allora la domanda diventa: come è possibile che l'opposizione accusi la maggioranza di aver peggiorato il contratto e la maggioranza rivendichi al contrario di averlo migliorato?
Alfredo Castelli condivideva con Martin Mystère la curiosità, la logorrea, la tendenza alla divagazione. Lo diceva lui stesso. E, aggiungo io, il talento nell'affabulazione.
Vorrei avere la capacità di essere logorroico, di parlare di tutto, di affabulare nello scrivere un ricordo di un fumettista (e non solo) così geniale.
Ma non li ho. Non ho parole.
Sono
solo molto, molto dispiaciuto. Molto, molto grato. E molto ammirato per
il talento dimostrato da Alfredo Castelli nella sua opera.
"Tardi
ti ho amato", e mi spiace di non aver conosciuto prima Martin Mystère.
Sarebbe stato diverso conoscerlo nel tempo dell'adolescenza, quando si
formano le passioni e le si vivono in modo più intenso. Ma per fortuna
il BVZM resta. Restano gli arretrati, gli sterminati archivi, ed è ben
vivo il personaggio. Spero che Carlo Recagno ci metta una grossa mano,
mi fido del suo operato ed ha uno stile che mi piace.
Ho terminato di vedere, su RaiPlay, Scugnizzi per sempre.
Non so se è una questione di nostalgia, probabilmente sì per la mia età e l'atmosfera generale, ma anche no perché gli eventi descritti risalgono a un'epoca di cui non ho moltissima memoria, poiché ero troppo giovane per seguire con competenza le vicende sportive.
Mi è piaciuto molto. Leggo che anche le recensioni di esperti sono positive, mi fa piacere.
La vicenda di Oscar è struggente. Come si fa a non simpatizzare per lui? Un re senza corona, come succede a volte.
Vedo
che su RaiPlay ci sono parecchi documentari, anche di ambito sportivo, e
avevo letto lodi all'operato della redazione di Rai Documentari diretta
da Fabrizio Zappi*. Il canone serve a qualcosa. Mi piacerebbe avere il
tempo di guardarne qualcuno, ma tant'è, resteranno lì nei server di
viale Mazzini a prendere polvere...
* dato in quota Lega... potrebbe essere un raro esempio di classe dirigente che funziona.