sabato 30 marzo 2013

Buona Santa Pasqua

Conosco una donna separata, che vedo spesso in chiesa. E' cristiana, ci crede, va a Messa con il suo nuovo compagno, ma pur essenso poco conosciuta a Ospitaletto, dove si sono trasferiti da poco, non s'infila mai nella fila per la Comunione. Non l'ho mai sentita lamentarsi della sua condizione, nemmeno nei confronti della Chiesa

Oggi voglio augurare una buona Pasqua in particolare a loro, che sono più cristiani di me e che mi danno l'esempio ogni volta che li vedo.

venerdì 29 marzo 2013

Il centralismo democratico (3)

(continua da qui e qui)

Dicevamo della caduta di stile nel comunicato stampa che annuncia la disciplina di gruppo nel voto della maggioranza.

Mi sono chiesto se le critiche al riguardo, mie e non solo mie, non siano eccessive: si tratta principalmente di una questione di forma (una caduta di stile, appunto) che copre una questione di principio (la libertà di voto) che a me pare grave, ma al cui riguardo - come già scrivevo nello scorso post - si può anche supporre che le prassi in passato non fossero poi tanto diverse. Non si tratta ancora di questioni riguardanti i fatti, le decisioni dell'amministrazione.

Però ci sono almeno due considerazioni da fare.
La prima è che scegliendo di candidarsi per un ruolo pubblico ci si espone automaticamente al giudizio degli elettori-osservatori: non si può pretendere che questo giudizio sia buono, accondiscendente, o comunque ispirato alle stesse considerazioni che ispirano l'amministrazione. Scegliendo la via pubblica, e specialmente stando in maggioranza, si devono mettere in conto giudizi salaci, taglienti, anche polemici. Fa parte del gioco, e il Sindaco per primo deve essere consapevole che il suo ruolo è anche quello del parafulmine.

La seconda osservazione ha a che fare con le aspettative che circondano l'attuale amministrazione.
Tutti noi ricordiamo le polemiche - spesso giustificate - da parte degli attuali amministratori contro i modi spesso spicci e poco partecipativi del sindaco Prandelli. La campagna elettorale di Sarnico si è giocata su una netta discontinuità con l'amministrazione precedente, anche su questi temi. E' logico allora che anche sull'ambito comportamentale l'asticella delle aspettative sia alta, e non lo penso solo io: nel post di Baratto a cui ho già avuto modo di fare riferimento c'è scritto
Di un Podestà ne avevamo già abbastanza e non ce ne serve un altro, anche se di un colore diverso.

La maggioranza - come avevo già scritto in un vecchio post - si è assunta l'onere di dimostrarsi diversa da Prandelli anche nei modi di operare. Questo rende più stridente quanto accaduto e anche il successivo comunicato, che poteva essere più attento nelle espressioni (magari un po' più vago).

Comunque il giudizio critico finora espresso riguarda solo i modi, non i "fatti" prodotti da Sarnico, anche per il semplice motivo che di fatti ce ne sono molto pochi per ovvie ragioni di tempo.
L'unica decisione di primaria importanza assunta finora è stato l'azzeramento del PGT, ma potremo giudicare questa decisione solo quando vedremo il nuovo Piano. Allora sarà possibile valutare anche l'iter attuato: se le modifiche rispetto al precedente saranno poche, ci diremo che si sono spesi tempo e soldi male, se invece ci sarà una nuova visione del paese potremo valutare positivamente la scelta.

Insomma, finora si sta parlando e discutendo di questioni che fanno rumore, ma che passeranno in secondo piano quando ci sarà la "ciccia". Per esempio, fra otto settimane dovrebbe arrivare di nuovo l'IMU: vedremo che cosa si deciderà dell'addizionale comunale...

giovedì 28 marzo 2013

Il centralismo democratico (2)

(continua da qui)

Parlavamo del centralismo democratico.
E' quello che in tanti imputiamo a Grillo: il suo regolamento prevede
Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S

il che significa che le decisioni a maggioranza del gruppo, spesso teleguidate dal capo, sono vincolanti per tutti i parlamentari.

A Ospitaletto le decisioni del gruppo consiliare, con il peso che giustamente un Sindaco può avere (e che si sente il bisogno di ribadire al punto 2 del comunicato stampa), sono vincolanti per tutti i consiglieri, a meno di "questioni di coscienza eticamente rilevanti" (in Consiglio comunale???).

In alcune circostanze, una prassi del genere può essere giustificata. Io sono d'accordissimo sul vincolo per i funzionari pubblici, che sono tenuti ad attuare e difendere le decisioni dei superiori anche se non le condividono. Il centralismo democratico può andare bene anche per le associazioni private come può essere un partito: le associazioni private si danno il regolamento che vogliono.

Quando invece passiamo ad assemblee istituzionali o amministrative come un Parlamento o un Consiglio comunale, non mi sta più bene. La libertà di voto è garantita, non c'è vincolo di mandato né per il parlamentare né per il consigliere comunale. Gli eletti rispondono agli elettori prima che al Sindaco, che infatti può ritirare le deleghe agli assessori ma non può estromettere qualcuno dal Consiglio.

Anche perché allora facciamo come disse a suo tempo Berlusconi: facciamo votare solo i capigruppo, a che servono tutte quelle sedute parlamentari (o consiliari)?

mercoledì 27 marzo 2013

Il centralismo democratico (1)

Di seguito il comunicato della maggioranza dopo i noti fatti. Attenzione soprattutto al terzo punto:
A seguito dell’episodio accaduto nella seduta del Consiglio Comunale di Giovedì 21 Marzo 2013, in cui due assessori ed un Consigliere Comunale hanno votato in difformità al Gruppo consiliare  Insieme per Ospitaletto, si è svolta il 25 marzo la riunione del Gruppo Consiliare che, dopo un’ampia discussione ha ribadito all’unanimità i seguenti impegni:

• ad attuare il programma amministrativo
• a sostenere il Sindaco
• a votare, salvo questioni di coscienza ed eticamente rilevanti, in linea con le scelte del Gruppo Consiliare “Insieme per Ospitaletto”, del Sindaco e della Giunta, nel rispetto del programma presentato ai cittadini in campagna elettorale, assicurando comunque nelle decisioni del gruppo il più approfondito e partecipato dibattito interno.
Preso atto del chiarimento e degli impegni unanimi assunti, il Sindaco ha restituito le deleghe sospese, ricostituendo piena operatività alla Giunta Comunale.

Da Wikipedia si legge:
Centralismo democratico è il nome dato ai principi di organizzazione interna usati dai partiti politici leninisti, e il termine è qualche volta usato come un sinonimo per qualsiasi politica leninista all'interno di un partito. L'aspetto democratico di questo metodo organizzativo consiste nella libertà dei membri del partito di discutere e dibattere su politica e direzione, ma una volta che la decisione del partito è scelta dal voto della maggioranza, tutti i membri si impegnano a sostenere quella decisione. Quest'ultimo aspetto rappresenta il centralismo. Come lo descriveva Lenin, il centralismo democratico consiste in "libertà di discussione, unità d'azione".

Tipo "Trova le differenze"...

(continua)

martedì 26 marzo 2013

Dopo il Consiglio Comunale

Come ormai tutti sanno giovedì scorso c'è stata maretta in Consiglio Comunale. Mi sono fatto raccontare com'è andata da chi c'era, che mi ha detto che il sindaco e Bordonaro non ci hanno fatto una gran figura. Prima di esprimere un parere però ho preferito riguardarmi lo streaming di quello che è successo (grazie a Daniele Pigoli per il prezioso servizio).

C'è poco da dire: mi è sembrata una tempesta in un bicchier d'acqua, a un certo punto visto l'andazzo il sindaco poteva rimettersi alla libera scelta dei consiglieri, pur tenendo ferma la sua opinione nel merito (che comunque non mi sembra abbia giustificato molto, quando qualche elemento a favore del senso unico c'è, anche se secondo me sono più quelli contrari). Questo anche considerando l'importanza relativa della questione.

Sono quindi d'accordo con quello che scrive Baratto sul suo blog: Sarnico ha toppato la gestione della serata, e l'errore è ancor più grave di fronte alle firme dei cittadini che si era promesso di far partecipare alle decisioni. E basta col ritornello secondo cui è colpa di Prandelli: non se ne può più, e a forza di gridare "Al lupo, al lupo!" anche quando ci sono i problemi seri non si è più credibili.
Un plauso va alla minoranza, che è riuscita con un appiglio apparentemente piccolo (il senso unico in villaggio S. Caterina) a far scoppiare un putiferio, lavorando bene nella raccolta firme.

giovedì 21 marzo 2013

Dopo le consultazioni

Continuo a stupirmi (beata ingenuità) dell'irresponsabilità dei nostri partiti, che continuano ad anteporre l'interesse proprio in vista di nuove elezioni al bene comune.

Il M5S tenta di buttare Bersani tra le braccia di Berlusconi, contando su un'ulteriore crescita tanto più elevata quanto più duraturo sarà il governo delle larghe intese, ovvero dell'inciucio. Tutto ciò sacrificando il proprio programma, per realizzare il quale ci potrebbe essere terreno fertile nel Parlamento più rinnovato e più di sinistra della storia repubblicana.

Berlusconi tenta di lucrare sul suo appoggio a Bersani per ottenere salvacondotti giudiziari e un Presidente della Repubblica che durerà molto di più, in ogni caso, dell'attuale legislatura. Tanto i fatti dell'ultimo anno hanno dimostrato che il suo zoccolo duro di elettori lo vota qualunque cosa succeda: solo il PD ha ulteriormente da perdere con un governo di coalizione. Peccato che il governo Monti abbia dimostrato che PD+Pdl, tra l'altro senza un "commissariamento" tecnico, non riescano a produrre nulla di buono insieme, bloccati dai veti incrociati.
Stupisce in questo quadro l'assoluto menefreghismo leghista, che dopo una coerente opposizione al governo tecnico è pronta a votare un'operazione assolutamente equivalente. Ormai hanno la Lombardia e del Parlamento, in cui sono rimasti in quattro gatti, poco gliene cale.

Bersani è in mezzo, in una posizione lose-lose. O insegue quelli del microchip o quelli di Ruby. E' il dramma di essere la forza di maggioranza alla Camera (quindi di essere gli unici obbligati a stare al Governo) in un panorama in cui il 50% degli italiani ha scelto forze populiste e inaffidabili. In questo senso la legge elettorale è sciagurata non perché non ha dato la maggioranza al Senato, ma perché l'ha creata alla Camera, riducendo la varietà di combinazioni per arrivare a una maggioranza.

Il Pdl cerca di fare la faccia responsabile. Martedì a Ballarò ho sentito Beatrice Lorenzin apostrofare uno del PD dicedogli "non potete mica correre dietro a quelli che girano per Roma col panino e la telecamerina". Ah sì, invece è meglio correre dietro a quelli che in un'aula del Parlamento della Repubblica hanno votato che Ruby era la nipote di Mubarak.
Perché il Pdl è quel partito che mentre invoca il governo della concordia (con espressione veramente infelice) va a portare i parlamentari in manifestazione al Tribunale di Milano, una cosa mai vista.
Il M5S intanto si prepara a rivaleggiare in ottusità, portando gli eletti alla manifestazione no-TAV in Val di Susa. Intanto però almeno loro non manifestano contro un potere dello Stato.

A questo punto se fossi Bersani ribalterei il tavolo e andrei da Napolitano a dirgli di affidare il mandato a un governo del M5S. Mi dichiarerei disponibile a votare la fiducia a scatola chiusa, chiunque ci sia al governo, chiunque propongano come ministro, perché a quel punto il gioco di Grillo sarebbe alzare il tiro per farsi dire di no e incolpare il PD. Però metterei in chiaro che dopo il primo voto di fiducia nessun altra fiducia sarà votata: da lì in poi si voterà in Parlamento sui singoli provvedimenti, come vuole fare il M5S. Bisogna stanarli e sbugiardarli, rendere palese la loro inadeguatezza.

mercoledì 20 marzo 2013

Verso Pasqua

Ieri sera mi è piaciuto particolarmente un passaggio esposto dal predicatore degli Esercizi Spirituali per gli adulti presso la mia parrocchia.

Padre Emilio stava commentando l'episodio della samaritana (Gv 4, 1-26), e nel suo commento ha parlato della nostra fissazione di doverci presentare davanti a Dio già mondi, già "a posto".
E' la stessa cosa che dice don Pierino quando stigmatizza la nostra pretesa di "salvarci da soli", con le nostre sole forze, senza l'intervento salvifico di Dio.
Questo approccio è sterile, perché salvarci da soli non è nelle nostre forze, nella nostra disponibilità, come non lo è essere perfetti: siamo peccatori, sempre esposti al fallimento.

Trovo una assonanza anche con le parole del Papa all'Angelus, quando ha ricordato che il Signore non si stanca mai di perdonarci, siamo noi che non dobbiamo stancarci di chiedere il perdono. Se ci stanchiamo ci faremo scoraggiare dalle nostre debolezze e imperfezioni, e non andremo da nessuna parte.

Mi sembra un buon viatico da ricordare in vista della Pasqua, la festa del perdono (la salvezza dell'uomo dai suoi peccati tramite la resurrezione dell'Uomo), specialmente per un perfezionista come me.

mercoledì 13 marzo 2013

Benvenuto

La famiglia di Giorgio e Francesca dà il benvenuto a papa Giorgio che sceglie il nome di Francesco. Un Papa di famiglia!

lunedì 11 marzo 2013

Pagine di nulla

Mi diverte molto in questo periodo osservare come le prime 15 pagine dei quotidiani nazionali siano praticamente vuote.

Si scrivono infatti articoli sulle prospettive politiche, quando è chiaro che fino almeno a questo fine settimana (fino all'apertura delle Camere, cioè fino a quando non succederà effettivamente qualcosa) non si parlerà di assolutamente nulla di utile: solo fuffa. Pagine di dichiarazioni, retroscena, l'ennesima tabellina con le date delle scadenze istituzionali, gli appelli degli intellettuali ed editorialisti vari per la governabilità, l'alleanza PD-M5S, la grande intesa. Pagine buone per avvolgere il pesce, si diceva una volta.

Certo che di pesce bisogna comprarne tanto: dopo le pagine sulla politica, la cronaca si apre con il Conclave. Anche qui, paginate di cardinali che non dichiarano nulla (che notizia!), reportage sulle stufe della Sistina, l'ennesima tabellina con le date delle scadenze vaticane, retroscena curiali, opinioni di vaticanisti, laici, religiosi di destra e di sinistra.

Personalmente, da questo blog non ci saranno commenti finché non succederà davvero qualcosa.

Per la cronaca, sono curioso di vedere a che pagina finirà la vera notizia di oggi, cioè che un governo in carica solo per gli affari correnti decide che i nostri marò non torneranno in India. Monti (tramite Terzi) si prende una bella responsabilità.

martedì 5 marzo 2013

Caso di scuola

Una ragazza che conosco mi ha riportato il seguente caso.

La sua professoressa di matematica è incinta ed è andata in maternità.

La scuola si è attivata per sostituirla. La ricerca è stata un po' difficoltosa, a quanto pare, ma dopo tre settimane di posto vacante a dicembre è arrivato un supplente.

A gennaio l'insegnante se ne va perché - secondo le informazioni arrivate - avrebbe trovato un posto più vicino a casa e si sarebbe trasferito.

La scuola chiama una terza insegnante. Questa viene per due lezioni, e la terza si presenta solamente per annunciare alla classe che è incinta e dalla lezione successiva sarebbe stata in maternità.

La scuola, cerca cerca, alla fine affida fino a termine dell'anno la cattedra ad una ragazza che insegnava informatica in una scuola professionale, e che viene messa a insegnare matematica in una quarta liceo. Questa ragazza aveva seguito una componente della classe per delle lezioni private di matematica al I e II anno, poi al terzo anno le aveva detto che non era più in grado di seguirla perché gli argomenti stavano diventando troppo difficili.

Ricapitolando:

  1. La prima insegnante, quella di ruolo, va in maternità: bene, auguri e figli maschi, felicitazioni, è un suo sacrosanto diritto.

  2. Nel caso del secondo insegnante: si può mollare una cattedrà già accettata così di punto in bianco? Non dovrebbero esserci delle sanzioni? Una decurtazione del punteggio? Non è una mancanza di correttezza nei confronti dell'impegno già preso nei confronti di una classe? Le regole non dovrebbero permettere ciò: se si inizia un anno lo si finisce, se non per cause di forza maggiore.

  3. Ma il caso più scandaloso è il terzo. E' una presa in giro. Va bene il diritto alla maternità, ma qui si parla di una supplente che ha cercato e preso la cattedra a metà anno sapendo di essere incinta. In pratica per farsi pagare la maternità dallo Stato. Questo non dovrebbe essere permesso: un'insegnate incinta non dovrebbe essere eleggibile per delle supplenze che durino più di un mese. Il diritto di 20 alunni prevale sul diritto della singola docente (non di ruolo). Biognerebbe almeno azzerare il punteggio a chi si comporta così.

  4. E la quarta è probabilmente una persona che avrà maturato i titoli abilitanti all'insegnamento ai tempi di qualche università tecnica, ma che non aveva mai nemmeno considerato di mettersi ad insegnare matematica in un liceo scientifico. Anche qui: bene i titoli, sicuramente ora si impegnerà a ripassare e si rimetterà al passo, ma qualche metodo meno automatico no?


Ecco qui uno spaccato di scuola pubblica che funziona. Male. Le protezioni e i paracadute di cui godono gli insegnanti pubblici andrebbero ribaltati da cima a fondo, a allora potremo parlare di stipendi.