lunedì 29 luglio 2013

Un saluto a don Francesco

"Bene ragazzi, chi è che ha l'allenamento di pallacanestro?... alzate la mano...
Ecco, voi pensate ai vostri peccati... fatto? Ora dite una preghiera... nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, amen. Andate!"

L'unica confessione comunitaria che ho mai visto la fece in questo modo don Francesco a noi ragazzi del catechismo e cestisti in erba, una volta che le confessioni si prolungavano un po' troppo.

Un prete sui generis, con la passione per i giovani e lo sport come momento aggregativo. Ricordo che alle medie, con il campionato la domenica mattina, ci si ritrovava tutti per la Messa al ricovero a 9.30 e poi si andava in palestra a giocare.

Mi portò in America (come tanti prima di me e altrettanti dopo di me) all'età di 17 anni, un'avventura enorme a quell'età.

Amico di famiglia, fummo testimoni del suo attivismo e anche della sua fatica di invecchiare. Un saluto affettuoso al buon don Francesco.

mercoledì 24 luglio 2013

La differenza cristiana

Ho proseguito la mia lettura delle opere di Enzo Bianchi con La differenza cristiana (Einaudi, Torino 2006). Il libro è precedente a Per un'etica condivisa, ma i temi si richiamano e si sovrappongono (persino troppo: alcuni paragrafi sembrano praticamente uguali). Alcune situazioni però sono spiegate e definite più chiaramente che nell'altro libro (repetita iuvant!).
Anche per questo testo riporto alcune riflessioni che mi hanno colpito particolarmente.

Ho trovato fulminante il passaggio a pagina 29 sulla differenza tra Stato laico e società civile:
Sì, lo Stato deve essere laico e deve sapere che la società civile, invece, laica non è

La società, però, pur non essendo laica, si va riempiendo di agnostici, di "indifferenti", nella definizione di Bianchi. Interessante il passaggio in cui l'autore ipotizza che molte persone diventino indifferenti a fronte del "rumore di fondo" delle varie religioni e proposte religiose o spirituali che si sovrappongono nella moderna socieà multiculturale (pag. 33): non avevo mai pensato a questa spiegazione.

lunedì 22 luglio 2013

Sul caso Alfano e sul governo

Sul Post sono apparsi nei giorni scorsi due articoli magistrali sulla questione Alfano e, più in generale, sul governo. Riguardo al caso kazako, veramente niente da aggiungere.

Aggiungo invece sulla Bonino che un titolo come questo non le fa onore, così come l'atteggiamento tenuto per tutta la vicenda. Mi sarei aspettato ben altro da una persona con il suo curriculum, mentre questo barcamensarsi tra detti e non detti, in ossequio alla realpolitik della grande intesa, è avvilente.

Sul governo, vedo che va di corsa verso i cento giorni dall'insediamento (dal 28 aprile sono 86). I primi cento giorni, oltre a essere un termine mediaticamente spendibile, rappresentano anche il termine entro cui un governo d'emergenza deve riuscire a fare qualcosa d'incisivo: poi si perde l'abbrivio e ci  si impantana nei veti incrociati (il governo Monti è un esempio: dopo le prime misure draconiane, nel 2013 si è barcamenato con poco costrutto).

Cosa ha fatto il governo in questi 100 giorni? Mi baso sulla cronologia di Wikipedia, che mi pare abbastanza esaustiva.
In mezzo alle varie polemiche su Biancofiore, Idem, Alfano, Kyenge, la ciccia è composta da:

  • alcuni risultati in Europa sull'allentamento dei vincoli di bilancio e sulle politiche sulla disoccupazione, ancora da interpretare e riferiti agli anni a venire;

  • rifinanziamento della Cassa Integrazione;

  • rinvio di IMU e IVA;

  • una specie di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che decorrerà fra 3 anni e vedremo che fine farà;

  • lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, in maniera graduale ma con qualcosa già sul piatto;

  • l'insieme di molti piccoli provvedimenti che compongono il cosiddetto decreto del "fare".


Insomma, la ciccia c'è ma non mi sembra molta: un sacco di dilazioni e qualche aumento di spesa o sblocco di fondi congelati dall'austerità di Monti.

Il mio scetticismo iniziale sul governo esce rafforzato da questi primi 100 giorni. Non capisco perché non andiamo (siamo andati, ormai) a votare. La legge elettorale è sempre la stessa, è vero, ma se aspettiamo che la cambino... per cambiarla si dovrà avere una maggioranza in Parlamento che abbia interesse a scrivere una certa legge invece che un'altra. Quindi non sarà questa maggioranza. E allora tanto vale riprovare a votare.

martedì 16 luglio 2013

Per un'etica condivisa

Lungo un cammino di formazione che sto seguendo in diocesi ci è stato proposta la lettura di tre libri di Enzo Bianchi: La differenza cristiana, Per un'etica condivisa e Fede e fiducia.

Ho terminato di leggere Per un'etica condivisa e provo a buttare giù qualche impressione. Condivido molte cose dell'impostazione generale che dà Enzo Bianchi: anch'io come cristiano non mi faccio un grosso cruccio della diminuzione numerica dei cristiani nelle società occidentali, fino a diventare minoranza; ho sempre trovato molto calzante la visione dei cristiani come lievito della società (che ritrovo anche nelle prime pagine de La differenza cristiana che sto leggendo), e addirittura potremmo osservare che se ci fosse tutto lievito senza impasto il lievito sarebbe addirittura inutile.
Altrettanto condivisibile il richiamo alla testimonianza nella vita ordinaria, più che alla predicazione dogmatica o - come si dice oggi - dei princìpi. Anche il modo propositivo e non impositivo di approcciarsi all'altro mi sembra una necessità a cui porre attenzione.

Mi ha fatto molto riflettere la parte sui frutti, da cui si riconoscono i cristiani: è un buon criterio di valutazione, applicabile nel concreto ma nel contempo esigente.

Mi restano però alcuni punti di perplessità che non si armonizzano con il quadro che emerge dal libro.
Il primo punto è il rapporto tra proposta e Verità.

mercoledì 10 luglio 2013

La durata della Santa Messa e le ricchezze della Chiesa (locale)

Domenica mi è capitato di partecipare alla celebrazione di una S. Messa nella nostra Chiesa parrocchiale, al termine della quale don Renato, come sua abitudine, ha tenuto un breve intervento prima della benedizione.

Più volte il Parroco ha detto a chi gli rimprovera questa abitudine che dovrebbe essere bello passare qualche minuto in più nella casa del Padre, e che a un cristiano non possono pesare quei due-tre minuti. Anzi, sarebbe giusto passare almeno un'ora in Chiesa nel giorno del Signore.

martedì 2 luglio 2013

Sul Consiglio Comunale

Premetto che non sono andato al Consiglio: sì, ho bruciato un'altra volta :-).

Affidandomi ai resoconti di stampa e alle parole di chi c'era, però, voglio dire che se fossi un elettore del centrodestra non sarei contento della scelta fatta all'ultimo Consiglio.
Anzi, diciamo pure che come cittadino vorrei un'opposizione che si comporta diversamente, che mette in difficoltà la maggioranza (e infatti sulla questione del famoso senso unico di villaggio S. Caterina feci i complimenti), che lotta, che esercita la sua facoltà di controllo, che denuncia anche duramente.
Ma che c'è, che non "scappa" (lo so che l'idea non era questa, ma all'atto pratico l'effetto è lo stesso), che discute, che ci sta a confrontarsi. E anche che accetta il gioco per cui ora è lei la parte debole, la minoranza, e che il pallino l'hanno in mano gli altri.

Non vedo come si possa esercitare il controllo senza essere in assemblea, e i voti si prendono per starci, in Consiglio, anche quando sembra inutile. E' una responsabilità di ogni consigliere. L'Aventino (che non ha mai portato frutti, tra l'altro) lasciamolo a momenti più importanti.

Anche perché è vero che di solito le mozioni si discutono all'inizio, ma anche senza parlare di IMU il primo punto all'ordine del giorno era il PGT, argomento che dovrebbe interessare la cittadinanza come e più dell'IMU.

In aggiunta: mi pare che buttare un'ora di tempo per discutere dell'ordine degli argomenti, e litigare su questo, sia un fiume di parole sprecate. A parere mio fa parte di quelle cose che allontanano il pubblico dalla politica: la sensazione è sempre l'inconcludenza, dopo un po' di batti e ribatti il pensiero è "Ma 'gni a segn!".