giovedì 25 giugno 2015

Merita Reggio

Ho visto gara 6 della finale scudetto di basket. Incredibile!

Reggio Emilia gioca come un squadra, senza Lavrinovic e Diener. Sassari gioca spesso con un portatore di palla e 4 fermi a aspettare lo scarico o il rimbalzo dopo l'1vs1. Quindi merita Reggio.

Anche Sassari però è una bella storia: già due volte ha fatto saltare il fattore campo, nelle serie precedenti, di cui una a Milano in un'altra serie incredibile. Inoltre non pensavo che potesse arrivare a questo punto senza tiro da 3.
La tripla di tabella di Logan a 45'' dalla fine del primo tempo supplementare sul -5 sa tanto di segno del destino. Se dovesse vincere lo scudetto con due gare 7 vinte in trasferta sarebbe un'impresa.

Secondo me poi Reggio non ha difeso al meglio su Dyson nell'azione dopo, quando Polonara (giuro che l'ho detto già in diretta) era troppo alto sulla schiena. Comunque un primo passo così non l'avrebbe tenuto, ma poi doveva arrivare un aiuto: Dyson va abbattuto, piuttosto che lasciato schiacciare. Con 2 liberi la palla pesa.

Si vede che alla fine Reggio è arrivata più stanca: i suoi giocatori sono meno atletici di quelli di Sassari. Cinciarini se li ricorderà a lungo, se perdono gara 7, i due tiri (vabbé, più il primo) che ha avuto sulle prime due sirene.

In ogni caso, secondo me, giocare sempre ogni due giorni è troppo.

venerdì 19 giugno 2015

Che brutta atmosfera

Mi sembra di percepire in paese una brutta atmosfera. In giro ci sono un sacco di persone che si lamentano di qualsiasi cosa.

La nuova raccolta differenziata non va bene, è un casino e via dicendo.
Dopo solo dieci giorni di applicazione. Prendiamoci un po' di tempo per abituarci, almeno.

Ma fuori dai cassonetti ci sono già i sacchetti in giro!
Certo, le prime volte magari la gente non è uscita con la chiavetta in tasca. Però mi pare che le cose siano sensibilmente migliorate dopo i primi giorni, io di sacchi in giro ne vedo un gran pochi.

E ci sono un sacco di buche per strada, e i tombini intasati dalle foglie e dagli aghi di pino.
Speriamo che qualcuno telefoni al Comune per segnalare i problemi, magari aiuterebbe.

Però vuoi mettere, abbiamo i Pilomat (risatina sarcastica), che non funzionano mai e sono sempre rotti e chissà quanto ci spendiamo.
Detto (qui, qui, qui) che i Pilomat sono una grossa falla di comunicazione e gestione da parte dell'amministrazione, non mi pare che cambino la vita a qualcuno.
Si potevano risparmiare i soldi? Forse sì, anche se il conto va fatto a lungo termine.
Ci sono sempre malfunzionamenti, correzioni, interventi? Così pare. E' uno scandalo? Non lo so: non so se questa quantità di difficoltà può essere considerata normale o se sia anormale, se sia una fase di rodaggio di routine o se sia un sintomo di lavoro fatto male. Magari lo è, ma non ho le competenze per dirlo.
Stiamo spendendo un sacco in manutenzione? Anche qui: non lo sappiamo. Dipende da che contratto ha il Comune con la ditta installatrice. Se qualcuno lo sa ce lo dica, ma non credo che tutti quelli che si lamentano abbiano i dati.

Più in generale, mi pare che ci sia in giro un gran pessimismo, una facilità al lamento, una voglia di cogliere in fallo la cosa pubblica.
Invece di lavorare tutti insieme per far funzionare le cose, con un po' di fiducia (si pensi alla differenziata: il suo funzionamento dipende al 90% dai cittadini).

Non so perché succeda questo. Forse abbiamo bisogno di un capro espiatorio per tutto ciò che non funziona. Forse dire che le cose non vanno ci giustifica dal fare la nostra parte (la raccolta differenziata fa schifo, quindi io non mi ci impegno e cerco un modo per aggirarla).

Forse sono rimasto fregato anch'io da una certa narrazione che è durata per dieci anni, secondo cui la brutta atmosfera civica in paese era colpa del sindaco leghista despota e cattivo, che non ascoltava i cittadini, deprimeva la partecipazione, devastava il paese.
Invece vedo che l'atmosfera nei confronti dell'amministrazione continua ad essere negativa.

Allora delle due l'una: o a Ospitaletto siamo passati da un'amministrazione cattiva a un'altra indistinguibilmente cattiva, oppure c'è una mancanza generale di senso civico, indipendente dall'amministrazione, il cui lavoro se va bene è destinato a non essere riconosciuto, se va male è comunque inutile, sbagliato, fatto male a priori.

Va da sé - credo che si capisca - che sono abbastanza scoraggiato riguardo all'impegno pubblico.
C'è un enorme problema di educazione alla formazione del giudizio, al senso critico, all'obiettività.

giovedì 11 giugno 2015

Sull'immigrazione, di nuovo

Butto giù alcuni punti di ciò che penso sull'immigrazione. In parte si tratta del riassunto di quanto avevo già scritto in modo abbastanza esaustivo qui.

  • Gli Stati hanno il diritto di scegliere chi può permanere sul proprio territorio: è una delle prerogative di uno Stato sovrano.

  • A tutela di ciò ci sono i permessi di soggiorno per gli immigrati o i visti che noi italiani dobbiamo richiedere per andare in determinati Paesi. Questi non sono soprusi inaccettabili: fanno parte del normale corso delle cose.

  • Le migrazioni (nonostante le regolazioni varie) esistono da sempre, e sempre esisteranno.

  • L'ondata migratoria di questo periodo è oggettivamente eccezionale. Pensare di fermarla è come fermare il mare con le mani.

  • Forse si può fare qualcosa per governare le modalità dell'ondata, ma credo molto poco, visto che abbiamo a che fare con uno Stato fallito al di là del mare.

  • Sta di fatto che i numeri rischiano di creare una pressione eccessiva per il nostro Paese, specie cumulandosi nel tempo.

  • E' quindi necessario che l'ondata venga smaltita a livello europeo.

  • E se gli altri Stati non vogliono? Intanto questo "smaltimento" europeo già avviene, a lungo andare: pochi profughi vogliono rimanere in Italia, dopo qualche settimana o mese molti - legalmente o illegalmente - se ne vanno in Francia, Germania o altrove. Converrebbe anche ad altri Stati avere un flusso più regolato e conosciuto invece che sottotraccia.

  • Se l'UE continua a fare orecchie da mercante, "a brigante, brigante e mezzo": si potrebbe implementare qualche metodo (permessi temporanei?) per facilitare il movimento autonomo ma legale dei migranti.

  • Zaia, Maroni, Toti, che dicono "nelle nostre regioni non c'è più posto per gli immigrati", hanno la maggior parte del torto, ma non tutti i torti. E' vero che in tutte le classifiche (numeri assoluti, percentuali, in rapporto alla popolazione eccetera) le loro regioni non sono tra le prime per accoglienza ai migranti. Però questi migranti si aggiungono agli immigrati già presenti, che sono invece moltissimi rispetto alle altre regioni (almeno per Veneto e Lombardia).

  • E' chiaro che gli immigrati sono cosa ben diversa dai migranti e dai richiedenti asilo, che molti immigrati sono pienamente integrati, eccetera. Però immigrati (o una parte di loro) e rifugiati pongono esigenze parzialmente sovrapponibili alle società che li ospitano: peso sui servizi di assistenza sociale, necessità - e difficoltà - di integrazione, allarme sociale. in questo senso non è del tutto assurdo considerare l'arrivo di nuovi rifugiati come aggiuntivo alla quantità di immigrati "problematici" già presenti sul territorio.

  • Resta poi scontato che la presa di posizione dei tre governatori è del tutto strumentale alla perenne campagna elettorale

  • Ciò detto, a me sale la rabbia quando si dice: "Stanziamo i soldi per gli immigrati, e per i poveri italiani niente".

  • Intanto la seconda parte dell'affermazione è falsa, la spesa sociale in Italia è elevata, può funzionare bene o male ma nessuno viene lasciato completamente a piedi. I soldi stanziati per i migranti sarebbero aggiuntivi a quelli già dati agli italiani.

  • Ma anche se ci fosse davvero da scegliere, non mi è chiaro in base a quale criterio tra un povero italiano e un disperato africano, durante una crisi umanitaria, sarebbe giusto fare differenze. Anzi, a voler essere molto scorretto potrei osservare che il povero italiano ha beneficiato per tutta la vita di un ambiente molto più favorevole, umano, confortevole del migrante nato e cresciuto in Africa, e quindi - al netto di problemi come disabilità o simili - di molte più possibilità di star bene e smettere di essere povero.


 

giovedì 4 giugno 2015

Premi su premi

Lunedì ho fatto un giro alla Notte bianca.

Solito bell'evento, con tanta gente.

In questa cornice si è svolta la premiazione delle "stelle dello sport", quattordici riconoscimenti a persone e due a società.
Queste premiazioni, che si tengono ogni anno, si aggiungono ai riconoscimenti civici che il Comune ha deciso di conferire ogni anno, a dicembre.

Mi chiedo se il numero di persone premiate, a lungo andare, non diventi eccessivo. Le premiazioni sportive riguardano sempre decine di persone, ed anche le medaglie d'oro comunali hanno riguardato quattro persone nel 2013 e due nel 2014, senza contare i riconoscimenti alla memoria (che secondo me hanno molto più senso di quelli ai vivi, ma tant'è, è una mia opinione).

Penso che sia bello premiare i meritevoli e fornire al pubblico dei modelli da seguire, ma se si esagera si rischia di inflazi0nare i premi e di togliere loro significato: a volte non si conosce nemmeno il merito dei selezionati, che non sono così noti o famosi, e quindi si perde ance il senso dell'esempio. Per esempio io pensavo che le due premiate per la ginnastica per adulti facessero i corsi per lavoro (retribuite), invece scopro che è un servizio.