martedì 26 gennaio 2016

Ancora sulla Voce Amica di Natale

Nota del 4/2: questo post era in origine una mail da me scritta alla redazione di Voce Amica.
Non ho ricevuto risposta, ma la mail è stata pubblicata nel numero di febbraio, senza commento alcuno.
Lascio qui la versione post (leggermente modificata rispetto alla mail per togliere la forma epistolare), che preserva quei collegamenti ipertestuali presenti nella mail che secondo me sono necessari per una lettura completa.

Ho già scritto su queste pagine di una cosa che non mi era piaciuta del bollettino parrocchiale natalizio. Proseguendo la lettura, alle pagine 12-14 si trova un articolo dal titolo L’arte rimane segno di una storia... intrisa di fede. L’ignoranza non costruisce ponti. Il pezzo, lungo e argomentato, porta sicuramente molti spunti di riflessione, alcuni dei quali centrati e meritevoli di approfondimento.
A mio parere però nel testo ci sono anche molte inesattezze, forzature logiche e persino scorrettezze che non fanno un buon servizio alla verità.
[Post lunghetto, e comprensibile quasi solo avendo sottomano l'articolo in questione.]

lunedì 18 gennaio 2016

Antropocene finale?

Di recente, come ho già scritto, ho letto l'enciclica Laudato Si'. Nel capitolo 3 il Papa tratta dei cambiamenti introdotti dall'uomo nell'ambiente.

Negli stessi giorni, il sempre amichevole e pacifico Kim Jong-Un ha annunciato di aver fatto esplodere una (millantata) bomba H.

Infine, qualche giorno più tardi, durante un corso che sto seguendo a Roma, uno dei professori ha definito la nostra era come "antropocene", ed ha spiegato che al giorno d'oggi l'unico criterio di valutazione se fare o meno una cosa è la sua stessa fattibilità tecnica: tutto ciò che si può fare, si fa.

La mia mente ha unito i puntini con questi tre elementi.
Noi oggi sappiamo che il potere dell'uomo sul mondo non è mai stato così grande (cfr. Laudato Si' 104). Anzi, da cinquant'anni a questa parte, dalla corsa agli armamenti atomici, abbiamo la potenzialità di distruggere il nostro stesso pianeta, cosa mai successa nella storia dell'umanità.
Ma le armi atomiche non sono il solo modo con cui possiamo devastare l'intero pianeta: secondo alcuni, anche i cambiamenti climatici possono avere effetti altrettanto catastrofici, e non è detto che il trend di peggioramento non sia presto irreversibile.

Altrettanto inquietante è la constatazione che tutto ciò che si può tecnicamente fare, presto o tardi viene fatto: se oggi abbiamo la possibilità di distruggere la Terra, è possibile che la semplice legge delle probabilità ci porti prima o poi verso questa eventualità?
Per quanto sia improbabile che qualcuno sia così folle da avviare una guerra nucleare, la legge dei grandi numeri non farà sì che - fra cento, mille o diecimila anni - qualcuno lo faccia? Tanto più se ci sono in giro dei dittatori pazzi dotati di atomica...

Questo ci ricorda una volta di più che "a un grande potere corrispondono grandi responsabilità", e che queste al giorno d'oggi sono sempre più urgenti, sia per il clima che per la pace. Praticamente in ogni epoca c'è stato chi era convinto che la fine del mondo sarebbe venuta di lì a poco, ma stavolta potremmo farcela da soli, senza aspettare!

Comunque, ho fiducia che Dio, che sa scrivere dritto sulle righe storte dell'uomo, non permetterà che i suoi figli si autodistruggano, come vorrebbero certe interpretazioni catastrofiste. Già nel secolo scorso siamo andati abbastanza vicino ad un'escalation potenzialmente catastrofica, ma prevalsero gli uomini di buona volontà, magari con qualche spintarella da chi è vicino al Signore.

Sono convinto che la parusia - di cui anche noi cattolici non parliamo mai - verrà in un altro modo, che non sarà un enorme fungo atomico o un'irrecuperabile fornace.

mercoledì 13 gennaio 2016

Sulla Laudato Si'

Ho finito di leggere approfonditamente l'enciclica di papa Francesco, Laudato Si'.

Ne ho avuto impressioni varie. Diciamo che una cosa è sicura: questo Papa non le manda a dire.

La sua prosa è molto scorrevole, persino semplice. Tutta un'altra cosa rispetto alla Caritas in veritate, che ho letto prima della Laudato Si' e che era molto più impegnativa da leggere. Al netto delle differenze di stile, però, la continuità tra i due pontefici è evidente. Entrambi insistono sull'umanesimo integrale, sulla logica del dono, della gratuità, sulla "cultura della cura", come la chiama papa Francesco. Francesco cita esplicitamente per ben 13 volte il suo predecessore e la sua enciclica sociale.

Di Francesco colpisce la schiettezza. Le situazioni sono descritte con parole così chiare che a volte sembra che il testo sia persino pessimista, da quanto è crudo. Il Papa non si tira indietro nel denunciare i mali, ma anche i falsi rimedi, come il semplice legalismo (ripete più volte che le leggi da sole non bastano, senza una coscienza civile che le rispetti con convinzione) o l'ecologismo di facciata ("marketing", arriva a chiamarlo). Non si nasconde che cambiare stili di vita può essere faticoso, e chi magari avrebbe buone intenzioni ma è frenato da una situazione incancrenita.

Poi ci sono slanci di poesia alta, come quando il Papa parla del creato come azione di Dio. Ma soprattutto, nonostante le difficoltà, il Papa ci ricorda che in ogni caso per l'uomo è sempre possibile cambiare il proprio destino. La speranza quindi c'è sempre.

Questo si vede anche nell'ultimo capitolo, che è strutturato in un climax ascendente: da situazioni pratiche, quotidiane, piccole, si passa a parlare della politica, dell'attività pubblica; poi si entra nella parte spirituale, prima - anche qui - pratica, con i sacramenti, poi si citano i mistici, si arriva alla Trinità, a Maria e Giuseppe, fino alla Parusia.

Il Papa chiude descrivendo la sua riflessione come "gioiosa e drammatica insieme". Direi che è una buona sintesi...